giovedì 28 luglio 2011

Prova strumenti: telescopio Sky Watcher Mak Newton 190 OTA DUAL

Esiste lo strumento ideale? Uno strumento che abbia un’ottima resa sia sugli oggetti del profondo cielo che su Luna e pianeti?
Se fate questa domanda al mio amico Mauro Merzaghi, sicuramente vi dirà di no, e non ha tutti i torti. E’ noto infatti che gli strumenti di grande apertura danno il meglio di sé sotto cieli bui, quando si ricercano deboli oggetti deep sky (cielo profondo). Quando però lì si punta su Luna e pianeti, oggetti celesti notoriamente molto luminosi, sono i rifrattori che escono vincenti dal confronto, a causa del maggior contrasto ed incisioni delle immagini. Le stelle sono puntiformi,
e l’apertura ridotta, ma priva di ostruzione, li rende meno sensibili al cattivo seeing.
Già da qualche tempo però e’ presente sul mercato un telescopio dalla configurazione piuttosto insolita, lo Sky Watcher Mak Newton 190 OTA DUAL, che ha lo specchio secondario come un normale Newton, ma anche una lastra correttrice come i Maksutov.
Uno strumento con una configurazione simile ha sostanzialmente due difetti, se così li possiamo chiamare; la lunghezza del tubo, ed il peso non trascurabile ( oltre 13Kg). Peso e dimensioni hanno probabilmente influito sulla sua scarsa diffusione tra gli astrofili; infatti un simile strumento necessita di una montatura particolarmente prestante ( e costosa). L’importatore Auriga lo propone in abbinamento alla montatura EQ 6; io utilizzo una Losmandy G11, e devo dire che la blasonata montatura regge bene o strumento, ma una EQ5 sarebbe sicuramente sotto dimensionata.
Peso e dimensioni a parte, posso affermare che il mio telescopio ideale, l’ho trovato!
Con i suoi 190 mm di apertura, lo strumento si presta bene all’osservazione di Luna e Pianeti, con un potere risolutivo teorico di 0.64 secondi d’arco. All’interno del tubo sono presenti 3 diaframmi di contrasto, al fine di rendere le immagini degli oggetti luminosi più incise e definite. Monta un fuocheggiatore dual speed, che permette una precisa messa a fuoco.
La carta vincente di questo strumento e’ però l’ostruzione davvero contenuta, ovvero le dimensioni del secondario in relazione al diametro dello strumento, che nei telescopi Smith Cassegrain si attesta normalmente su un valore 0.36, mentre nel caso del Mak Newton 190 e’ di 0.30. Un telescopio quindi con le caratteristiche tipiche dei telescopi Maksutov, che normalmente hanno però la peculiarità di essere strumenti piuttosto bui, con rapporti focali tipici di f 11-f13, il che li rende eccellenti per luna e Pianeti, ma poco adatti all’osservazione degli oggetti deboli; nebulose, galassie ecc.
Lo Sky Watcher Mak Newton 190 ha eccellente resa sui pianeti, ma e’ caratterizzato da una lunghezza focale piuttosto corta; F= 1000mm, per cui il rapporto focale si attesta a f 5.27; uno strumento quindi decisamente luminoso, capace di ottime prestazioni in campi d’osservazione normalmente incompatibili tra loro.


L’osservazione del cielo: Saturno
L’osservazione del pianeta avviene durante una serata particolarmente fortunata, con un ottimo
Seeing. Con oculare da 4mm Vixen, osservo il pianeta a 250 ingrandimenti. Saturno mostra al primo colpo d’occhio la Divisione Di Cassini e le bande nuvolose sul pianeta. Mi sembra addirittura di scorgere l’anello velo, interno agli anelli a e b, mentre l’ombra del pianeta si proietta sugli anelli, i quali, a loro volta, proiettano un’ombra sul disco del pianeta. Una visione indimenticabile. Qualche giorno dopo ripeto l’osservazione con il mio amico Isaac Genah. Anche in quest’occasione il seeing e discreto, e riusciamo ad osservare, tramite una lente di Barlow, a 500 ingrandimenti.



Oggetti deep sky.
Purtroppo ho potuto osservare solo dal cielo sub urbano di Trezzano Sul Naviglio, ma in alcune serate limpide il telescopio mostra gli oggetti deep sky in maniera soddisfacente, considerando che il cielo di Trezzano e’ lungi dall’essere un cielo buio. E qui la sorpresa: osservando M13, la nebulosa della Lira M57, M27, M11, la visione migliore si aveva aumentando gli ingrandimenti, al fine di scurire il luminoso fondo cielo, e aumentare il contrasto. La visione di M11 era davvero notevole, ed M5 si risolveva in stelle senza difficoltà. Notevole la resa sulle stelle doppie. Bellissima la Epsilon Bootis, Izar, nota appunto come ” Pulcherrima". La stella principale e’ di colore arancio, mentre la secondaria e’ bianca, separazione 2.6”. Ottima l’osservazione di Ras Algethi, nell’Ercole, altra stella doppia, separazione 4.7”. Bella per il contrasto di colori la facile stella doppia Delta Cephei, magnitudine 4.36 ( variabile), colore giallo, accompagnata da una stella azzurra di mag. 6.31.
Lo strumento promette davvero bene, speriamo di poterlo testare meglio sotto un cielo cristallino d’alta quota.
Norberto Milani